Settore scelto: Economia circolare
Descrizione tesi
Questo elaborato cerca di analizzare lo sviluppo dell’economia circolare nel settore tessile in Italia e, nello specifico, ha lo scopo di valutare l’adozione di strategie sostenibili e del modello dell’economia circolare analizzando le motivazioni e le difficoltà di alcune aziende tessili. Questo lavoro di ricerca ha permesso di cogliere e analizzare le principali cause che possono determinare una transizione verso l’economia circolare, ma anche i fattori di vantaggio e le difficoltà che possono emergere. La transizione verso un’economia circolare, nel settore della moda, può essere possibile promuovendo l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti di abbigliamento, il loro riciclo e il loro riutilizzo anche in altri cicli produttivi utilizzando materie prime ecologiche e sostenibili. Il settore tessile deve avere l’obiettivo di ridurre al minimo gli sprechi cercando di mantenere le risorse all’interno del proprio ciclo di produzione il più a lungo possibile. La gestione del rifiuto è un tema centrale nell’economia circolare, che prevede una riduzione, se non eliminazione, di tutto quello che può essere definito tale. Questo è reso possibile riutilizzando gli scarti di produzione, i pezzi difettati, il materiale invenduto e i prodotti dismessi trovando il modo di rigenerarli al fine di prolungarne l’utilizzo, trasformando così gli sprechi in valore. Inoltre, se un prodotto ha raggiunto il fine vita in un ciclo di produzione, lo si può inserire come materia prima in altri cicli produttivi. Un’efficiente gestione dello scarto non risulta, però, sufficiente per poter essere definiti circolari. È fondamentale non concentrarsi solo sul miglioramento delle tecniche di produzione e sulla riduzione dell’impatto ambientale ma cercare di adottare un approccio che includa tutta la filiera del ciclo di vita del prodotto, creando così un’economia riparatrice e rigeneratrice in grado di offrire vantaggi alle imprese, alla società e all’ambiente, che sia quindi un’economia sostenibile. Questa nuova economia si basa su alcuni principi chiave, nello specifico: progettare, riciclare, riutilizzare, ridurre, recuperare e rigenerare. Questi devono essere adottati lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione, alla produzione e al consumo al fine di dare vita ad una filiera circolare e rinnovabile. Tali principi devono essere applicati ad ogni singola fase della filiera produttiva e della catena del valore di un prodotto con un approccio globale, sistemico e collaborativo. È quindi necessario che tutti gli attori della filiera produttiva si riuniscano per collaborare, imparare e creare le soluzioni necessarie per questo cambiamento di sistema. I grandi marchi e i rivenditori possono iniziare a guidare il cambiamento perché sono loro che decidono cosa offrire ai consumatori finali influenzando il loro comportamento d’acquisto ma hanno anche la capacità di ridettare il ritmo di introduzione di nuovi prodotti e nuovi materiali. Anche il consumatore ha un ruolo centrale, per cui risulta fondamentale renderlo consapevole ed educarlo perché più aumenterà la sua consapevolezza più aumenteranno le sue scelte sostenibili. Solo in questo modo, questo nuovo modello di produzione avrà successo e permetterà di cambiare l’industria tessile rendendola migliore per l’ambiente, per i consumatori e per i produttori, diventando, a tutti gli effetti, un’economia sostenibile. Infine, per poter giungere ad un’industria tessile sostenibile è necessario andare oltre al concetto di sostenibilità seguendo sei principi chiave tra cui una maggiore tracciabilità e trasparenza della catena del valore, maggior coinvolgimento del consumatore per allungare la vita dei prodotti preferendo acquisti di qualità, miglioramento della creatività e dell’industria tessile grazie a nuove tecnologie, maggiori servizi di personalizzazione includendo la riparazione, il noleggio e la vendita di prodotti usati e soprattutto la capacità di generare profitto senza causare impatti negativi sull’ambiente e sulla società.